Il pomodoro, dal passato al futuro

Da pianta ornamentale a vanto della cucina italiana

Conversazione con Claudio Barchesi, Luigi Galimberti, Giovanni Giuliano, Haim D. Rabinowitch
Voglio partecipare

Quando 

il 2 novembre, alle 12:00

Dove 

Palazzo della Borsa, Sala del Telegrafo
Via XX Settembre, 44

Età consigliata 

Da 16 anni

Tipologia e disciplina 

Conversazione
Scienze della vita

  • Cosa
  • Chi
  • Dove
Il pomodoro, dal passato al futuro
Oggi conosciamo tante varietà di pomodoro, di diverse forme, colori e sapori, ma quando fu introdotto in Europa dagli esploratori spagnoli verso la metà del '500, proveniente dal continente americano, era una pianta ornamentale dai frutti giallo oro che venivano considerati addirittura velenosi. Le sue qualità come frutto edibile furono apprezzate più di un secolo dopo, insieme al colore rosso che ancora oggi identifica questo frutto e che apparve proprio in Italia, nelle coltivazioni dell’agro nocerino. La biodiversità della pianta di pomodoro è aumentata nei secoli, grazie agli strumenti di selezione genetica per il miglioramento delle specie vegetali e guidata dall’esigenza di incrementare la produttività dei raccolti adeguando le colture ai cambiamenti dell’ambiente. Pochi sanno che il più popolare tra i pomodori italiani, il Pachino, è frutto di una ricerca tutta israeliana che mirava a selezionare una pianta capace di crescere in terreni ad elevata salinità. Se Israele gli ha dato i natali, solo l’incontro con il suolo italiano, la coltivazione nei fertili campi di Pachino lungo la costa sicula, lo ha saputo arricchire di quel sapore unico e irriproducibile che lo ha reso il più ricercato tra i pomodori italiani, oggi a pieno titolo con marchio IGP. Prendendo spunto da questa storia, parleremo delle biotecnologie vegetali, ma anche delle molecole che conferiscono odori e sapori tipici ai prodotti del mondo vegetale. Queste tematiche saranno sviluppate evidenziando alcune collaborazioni scientifiche di maggior successo tra scienziati italiani e israeliani nel settore agroalimentare.

Biografia non disponibile

Luigi Galimberti, imprenditore dal 1994, è passato dall’edilizia all’agricoltura Hi-Tech, realizzando il Progetto Sfera, convinto di poter innovare il mondo agricolo e garantire cibo a tutti in vista dei cambiamenti climatici e delle relative carenze di risorse annunciate dall’ONU e dalla FAO. Sfera risponde a una concezione innovativa dell’orticoltura, una serra, la più grande e tecnologica d’Italia, che è progettata per resistere a qualsiasi condizione climatica, produrre di più e meglio consumando meno e risparmiando il 90% di acqua rispetto alla tradizionale coltivazione a terra. 

Giovanni Giuliano è laureato in Biologia alla Normale di Pisa, post-doc negli USA presso il Cold Spring Harbor Laboratory (NY) e la University of Pennsylvania a Pittsburgh. All’ENEA dal 1988, la sua attività di ricerca si è rivolta principalmente allo studio del pomodoro contribuendo, con  collaborazioni nazionali e internazionali, a generare gli strumenti di genomica, metabolomica e ingegneria genetica che hanno reso questa pianta alimentare un sistema modello per tutte le Solanacee orticole. Ha partecipato ai progetti internazionali di sequenziamento del pomodoro, patata e caffè. Ha coordinato più progetti europei ed è autore di oltre 100 pubblicazioni scientifiche peer-reviewed.

Haim D. Rabinowitch è professore emerito presso la Facoltà di Scienze agroalimentari e ambientali della Hebrew University di Gerusalemme. Ha dedicato la sua vita professionale alla fisiologia e genetica delle piante di interesse agronomico, contribuendo alla selezione di nuove varietà di pomodoro con caratteristiche di elevata produttività, maggiore resistenza alle malattie, miglioramenti qualitativi del sapore e della conservabilità dei frutti. Si è inoltre occupato di miglioramento delle caratteristiche produttive di piante edibili nei Paesi in via di sviluppo. Ha ricevuto riconoscimenti nazionali e internazionali, ed è autore di 150 pubblicazioni su riviste scientifiche ad alto impatto e brevetti. 

Palazzo della Borsa, Sala del Telegrafo
Via XX Settembre, 44